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FABRIZIO FERRARI,

designer, giornalista e docente universitario:

una vita spesa nel nome e per la passione delle supercars italiane della “Terra dei Motori”.

STORIE DI VITA VISSUTA, DI LAVORO E PASSIONE, PER UN TERRITORIO UNICO, CHE GLI HA REGALATO

EMOZIONI ED ESPERIENZE IRRIPETIBILI!

FASE DUE:

IL DESIGNER CEDE IL PASSO AL DOCENTE, TUTOR ED INFINE RICERCATORE UNIVERSITARIO.

CAP.7.6 – IL PROGETTO DI RICERCA “AHR” – INGEGNERIZZAZIONE DELL’ACTIVE HIDDEN ROOF (2017)

Photo copyright: Roberto Brancolini

Infatti, nel 2017, ormai compresi da tutti i vantaggi del sistema “AHR”, con un nuovo candidato, Vincenzo Megna (leggi), ed un nuovo stage, sempre appoggiato alla Modelleria Modenese, si decise di passare ad una vera e propria ingegnerizzazione, così come era stato per l’”AHD” (leggi) in precedenza. Ovviamente basandosi sui dati concreti di progetto di cui disponevamo, cioè quelli del telaio e layout della Ferrari 488. Anche se la tesi non era dedicata espressamente alla Ferrari, in questo caso.

In particolare, si voleva ingegnerizzare il movimento del tettuccio, considerato che la possibilità di alloggiarlo in un vano apposito tra lo schienale dei sedili ed il parafiamma, pur sottraendo quel piccolo spazio all’abitacolo, consentiva però di alloggiare lo stesso tettuccio in un luogo sicuro, al riparo da eventuali surriscaldamenti, sia dello stesso tettuccio, che del vano motore, che restava così libero anche dalla sua presenza nella parte superiore del vano motore, complicando l’accesso al vano motore stesso, come invece accade con i sistemi di tetto retrattile, comunemente utilizzati sulle sportive a due posti secchi e motore centrale e come accadeva anche sullo stesso nostro progetto di ricerca Maserati “Harmattan”, anche se in modo diverso.

In questo caso, la presenza e l’apporto dell’Ing. Antonio Cesaretti furono basilari, in quanto studiammo un sistema a pantografo, elettrico, che sollevava e ruotava di circa 90° il tettuccio, per poi inserirlo così in una guida con due binari, all’interno del vano dietro i sedili destinato a contenerlo, dove poteva scorrere liberamente, sempre movimentato elettricamente.

Alla fine, anche in questo caso si giunse ad una vera e propria distinta base (leggi) delle varie componenti da utilizzare, molte delle quali anche già disponibili sul mercato, mentre solo una piccola parte sarebbe invece da realizzare ad hoc.

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