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FABRIZIO FERRARI, designer, giornalista e docente universitario: una vita spesa nel nome e per la passione delle supercars italiane della “Terra dei Motori”. STORIE DI VITA VISSUTA, DI LAVORO E PASSIONE, PER UN TERRITORIO UNICO, CHE GLI HA REGALATO EMOZIONI ED ESPERIENZE IRRIPETIBILI!

From: “Fabrizio Ferrari: my memories” (original text in italian). LEGGI ANCHE LA PARTE PRECEDENTE

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Le due esperienze mancate della L.140 e della “SuperDiablo” (più la Diablo Roadster) non furono
però totalmente inutili: infatti, il rapporto con la Lamborghini e soprattutto con il suo Direttore Tecnico, l’Ing. Luigi Marmiroli, si era ormai consolidato a tal punto che, alla prima occasione di reale necessità, l’Ing. Marmiroli, che pure ha sempre conservato un rapporto speciale soprattutto con Marcello Gandini, chiamò il sottoscritto!

La situazione e le necessità del momento erano semplici e complesse allo stesso tempo: si trattava di mettere urgentemente in produzione uno sviluppo sostanziale della Diablo, già al sesto anno di produzione (con minime varianti rispetto al modello originale del 1990) e con ormai irrinunciabili necessità di un reale aggiornamento; ma allo stesso tempo, mettendo in gioco l’investimento minore possibile, pena un probabile tracollo della stessa Lamborghini, le cui finanze ormai tendevano al rosso da tempo!

L’Ing. Marmiroli, ma così pure il sottoscritto, “si fece cosi di necessità virtù” e concepimmo un programma tanto semplice quanto geniale per la situazione ed il momento storico della Lamborghini: alleggerire e semplificare al massimo il modello stradale della Diablo, sviluppandone contemporaneamente al limite la tecnica e le prestazioni, aggiungendo anche una serie di caratterizzazioni estetiche, tali da renderla ancora più attraente ed aggressiva. In parallelo, realizzare un kit per l’uso su pista della stessa auto, adatto per creare un’ulteriore evoluzione e soprattutto per dare così vita al primo trofeo monomarca Lamborghini della storia!

In questo modo nacquero la Diablo SV (Super Veloce), per uso stradale e la Diablo SV-R (Super
Veloce Racing), per l’omonimo trofeo monomarca Lamborghini: il SuperTrophy.
Il risultato, eccezionale per l’epoca (soprattutto per la Lamborghini di allora), alla fine portò ad un nuovo aumento degli ordini della Diablo con il modello SV (che, a fronte di un prezzo di vendita ovviamente incrementato rispetto al modello originale, alla fine aveva invece un costo di produzione inferiore, grazie alla notevole semplificazione di allestimenti ed accessori, per il contenimento dei pesi); ma soprattutto portò una buona pubblicità, nonché ulteriore vendita di auto, ricambi e fornitura di assistenza, con il SuperTrophy! Il tutto realizzato con mezzi ridottissimi ma, con tanto, tantissimo entusiasmo e soddisfazione (per il sottoscritto): ricordo ancora con piacere le lunghe serate nell’allora piccolo ed artigianale reparto esperienze Lamborghini, dopo il normale orario di lavoro (quando gli operai della produzione se n’erano già andati), con l’allora responsabile del Reparto Esperienze, Paride Secchia (in pratica il braccio destro dell’Ing. Marmiroli), a provare i nuovi particolari di carrozzeria sul prototipo; e poi ancora le lunghe notti insonni, passate nel mio studio a realizzare i disegni e le presentazioni, soprattutto quella per Stephan Ratel (poi titolare del campionato FIA GT) che, ricordo ancora, organizzò il SuperTrophy, praticamente solo sulla base delle mie presentazioni, perché la prima vettura fu poi pronta unicamente alcuni giorni prima del Salone di Ginevra 1996, giorno della presentazione ufficiale! (CONTINUA)

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FABRIZIO FERRARI DESIGN LAMBORGHINI