FABRIZIO FERRARI,
designer, giornalista e docente universitario:
una vita spesa nel nome e per la passione delle supercars italiane della “Terra dei Motori”.
STORIE DI VITA VISSUTA, DI LAVORO E PASSIONE, PER UN TERRITORIO UNICO, CHE GLI HA REGALATO
EMOZIONI ED ESPERIENZE IRRIPETIBILI!
FASE DUE:
IL DESIGNER CEDE IL PASSO AL DOCENTE, TUTOR ED INFINE RICERCATORE UNIVERSITARIO.
CAP.4.0 – PROF. ALLA LAUREA MAGISTRALE DI “INGEGNERIA DEL VEICOLO” DELL’UNIVERSITÀ DI MODENA
Tutto questo “movimento” avveniva in contemporanea con la nascita, alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena, della nuova Laurea Magistrale in “Ingegneria del Veicolo”: espressamente dedicato alla progettazione dei … veicoli!
Fu Così che il Prof. Giuseppe Cantore, in seguito Preside del Dipartimento di Ingegneria, verso la fine del 2002, contattò il sottoscritto e Marco Baldi della ProtAuto. Il Prof. Cantore era evidentemente “incuriosito” da quel CORSO DI PROTOTIPISTICA (vedi), non solo organizzato dalla CNA, ma a cui davano ufficialmente appoggio tre aziende certo ben note: Lamborghini, De Tomaso e Pagani!
Fu così che, nella primavera del 2003, il sottoscritto ricevette poi l’incarico di “Professore a contratto”, per il neonato corso di “Disegno di Carrozzeria”, ovviamente sempre nell’ambito della Laurea Magistrale in Ingegneria del Veicolo. Inizialmente si trattava di un corso a scelta (quindi non obbligatorio), di pochi crediti (3) ma organizzato in toto dal sottoscritto, con tanto di “dispense” dedicate alla parte teorica (dispense autoprodotte) ed una parte pratica applicativa sui disegni manuali (studio del piano di forma di una carrozzaria su layout e base meccanica prestabilita). La base di lavoro iniziale dei primi corsi per gli studenti, era il layout generale del progetto Lamborghini L140: lo stesso su cui avevo lavorato nel 1998 (vedi), ormai non più coperto da segreto, in quanto la Lamborghini aveva appena presentato la Gallardo.
Devo dire che, inizialmente nutrivo alcuni dubbi, non sulla parte tecnica di questo lavoro, quanto piuttosto sulla mia effettiva capacità di trasferimento della conoscenza ai ragazzi. Ma, evidentemente, la passione che da sempre “mi covava dentro”, doveva essere in qualche modo contagiosa e gli studenti, che al primo anno erano un gruppo ancora molto ridotto (solo 13), ben presto si appassionarono ai compiti da svolgere ed il corso crebbe così piuttosto velocemente negli anni.
In ogni caso l’iniziativa, tra le primissime in Italia e nel mondo, non passò certo inosservata ed infatti fu subito oggetto di un articolo sul mensile italiano QUATTRORUOTE
L’ULTIMA CHIAMATA COME CAR DESIGNER, MANCATA …Ma quel 2003, per il sottoscritto è stato veramente un anno di passaggio quasi epocale, in quanto, come accennato prima, ebbi anche l’ultima chiamata, ormai tardiva, come car designer, proprio dalla stessa Lamborghini.
Infatti, fu in occasione dell’intervista che organizzai, come giornalista, per un articolo da pubblicare sull’Annuario “MenuDeiMotori”, al nuovo responsabile del design Lamborghini, Luc Donckerwolke, già autore dello stile della Murcièlago (dal progetto L.147 – vedi) e che a quel tempo si apprestava a far partire ed organizzare il Centro Stile Lamborghini di Sant’Agata Bolognese. Si stava realizzando il sogno di tanti anni prima (primi anni 90), quando la Chrysler voleva fare la stessa cosa, alla fine però rinunciandovi (Vedi Cap.6.2, parte 1).
Ormai da un paio di anni il mio rapporto di consulente con la Lamborghini si era esaurito, in ogni sua forma (sia come designer che come giornalista e storico archivista) ed i miei contatti con Sant’Agata continuavano ormai solo con l’ufficio stampa, con il quale sono sempre rimasto in contatto come giornalista indipendente (e lo sono tuttora). Fu così che, insieme al capo ufficio stampa dell’epoca, Sergio Fontana, organizzai questa intervista a Luc Donckerwolke, non solo rivolta alla presentazione della sua carriera di car designer, ma soprattutto a quelli che erano stati i suoi primi contatti con la Lamborghini ed ovviamente cercando di scoprire come intendeva organizzare il futuro Centro Stile di Sant’Agata, per il quale era stato incaricato come Direttore.
Fu così che, inevitabilmente, il discorso cadde sulla tradizione e sulla tecnica ed il design Lamborghini. Un discorso chiaramente molto sentito e congeniale al sottoscritto, sino al punto di incuriosire lo stesso Donckerwolke che, a quel punto iniziò a farmi molte domande sul mio passato, scoprendo così la mia passata attività in Lamborghini (vedi).
Nel volgere di pochi minuti, Donckerwolke si rese conto, non solo della mia esperienza, ma soprattutto del mio grande amore ed attaccamento al Marchio del Toro e, dopo aver visionato alcuni dei miei passati lavori, mi fece una proposta del tutto inaspettata: mi chiese se ero disponibile a divenire in pratica il suo vice al nascente Centro Stile, in quanto – mi spiegò – lui sarebbe stato spesso in viaggio tra la Germania – in Audi – e Sant’Agata; e certo gli avrebbe fatto piacere sapere di avere una persona, sempre sul posto, esperta sia dell’ambiente, che del lavoro da svolgere, che lo tenesse sempre informato ed aggiornato su tutto.
Si trattava in pratica del sogno della mia vita che, apparentemente, stava per avverarsi.
In realtà, la situazione si fece invece in breve imbarazzante per il sottoscritto e per ben due fondate ragioni: 1) prima di tutto Donckerwolke, nel farmi la proposta, mi chiese subito di abbandonare immediatamente qualsiasi altra mia attività, cosa non facile in quanto avevo da poco firmato dei contratti … e 2) mi disse ovviamente di rivolgermi al capo del personale, per organizzare le pratiche di assunzione, cosa che alla fine mi riservò, invece un’amara sorpresa.
Sulle prime, pur al massimo della felicità e soddisfazione, esitai, in quanto, non solo avrei dovuto abbandonare il mio incarico di addetto stampa per importanti Team del Ferrari Challenge, incarico assunto solo l’anno prima; ma non solo: pochi mesi prima avevo anche firmato il contratto di docenza con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena … Incarico che si apprestava ad essere operativo proprio in quei mesi …
Ma, alla fine, fu il Direttore delle risorse umane Lamborghini, Claudio Galli, mia vecchia conoscenza di tanti anni prima (vedi sempre Cap. 6.2 della Prima parte), il quale, in sede di colloquio mi sorprese, affermando che la Lamborghini, ancora non poteva permettersi di assumere tanti designer e che la nascita del Centro Stile non era poi così scontata …
In pratica, mi chiuse decisamente la porta in faccia, con la scusa che Donckerwolke non conosceva ancora bene la realtà della Lamborghini e quindi che al momento nessun contratto di quel genere si poteva ancora fare.
Tra l’altro Donckerwolke non era presente a quel colloquio, perché molto di rado veniva a Sant’Agata (era quasi sempre in Germania) e quindi con grande stupore (la storia non mi aveva affatto convinto), decisi comunque di saperne almeno di più.
Infatti, incredibilmente, passate nemmeno due settimane dal colloquio con Galli, nel corso di una delle frequenti telefonate per chiedere aggiornamenti, mi rispose un … designer del Centro Stile, un certo Filippo Perini, che tra l’altro io avevo conosciuto molti anni prima al Centro Stile Alfa Romeo di Arese (MI), il quale mi disse di non essere al corrente della cosa e che Donckerwolke comunque non era presente e quindi avrebbe riferito.
In realtà, Filippo Perini, proposto da Walter De Silva, a capo del design Audi e suo ex capo ai tempi del Centro Stile Alfa Romeo di Arese, era stato nel frattempo assunto al mio posto … tant’è che, nemmeno un paio di anni dopo, quando Luc Donckerwolke venne dirottato dal gruppo Audi-Vw a capo del design Seat in Spagna, lo stesso Perini divenne il Direttore del Centro Stile di Sant’Agata Bolognese.
Fu quella la mia ultima vera opportunità (vera o falsa, non sono mai riuscito ad appurarlo effettivamente), in questo caso di completare la transizione, da designer indipendente a designer incaricato, parte del sistema di una delle grandi organizzazioni industriali, che avevano ormai sostituito le vecchie realtà artigianali di una volta.
Evidentemente non era destino ed infatti la mia vita professionale stava già radicalmente cambiando, essendo di fatto ormai del tutto esaurita la mia parte di attività professionale, dedicata al car design attivo!
DA CAR DESIGNER A DOCENTE E PROFESSORE UNIVERSITARIO ED INFINE TUTOR
Ma tornando al mio impegno di docente universitario, solo un paio d’anni dopo il primo incarico, dal 2005 il corso di “Disegno di Carrozzeria” era già divenuto un corso obbligatorio e con un numero di crediti raddoppiato, per poi divenire nel tempo il corso “caratterizzante” della Laurea Magistrale in Ingegneria del Veicolo, con un numero di crediti tra i più alti in assoluto (12).
Non a caso, già nel 2006, iniziai ad avere le prime richieste di alcuni studenti, per organizzare il tirocinio finale che li avrebbe portati alla Tesi di Laurea!
Ricordo che i primi studenti li indirizzai verso un’azienda artigianale, specializzata in veicoli carrozzati speciali, la Intercar che operava Soliera (MO).
LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA DEL VEICOLO – LA PRIMA TESI DI LAUREA SUL DISEGNO DI CARROZZERIA (leggi)
Il primo studente in assoluto, Giuliano Veronese, tra la fine del 2006 e la primavera del 2007, sviluppò il progetto virtuale (vedi), di un carrozzato speciale, basato sul Lexus X400: praticamente un inedito pick-up SUV-limousine. Progetto su cui poi lo studente ha potuto lavorare anche fisicamente, realizzando tutte le scansioni (reverse engineering) della Lexus X400; scansioni alla base della costruzione del modello matematico del nuovo veicolo speciale. Alla fine è stato fresato anche un modello in scala fisico dello stesso, che il neolaureando ha potuto così presentare in sede di Laurea, insieme a tutto il progetto virtuale, comprensivo di modello matemtico 3D e diversi rendering dello stesso.
Questo particolare incarico gli era stato assegnato dallo stesso titolare dell’Intercar Design, William Gualtieri, ovviamente in accordo con il sottoscritto.
Tra i primissimi a Laurearsi con il tirocinio e la tesi dedicata, ricordo l’Ing. Marco Franchini (vedi), che, fu poi assunto direttamente dalla stessa Intercar, l’azienda che l’aveva ospitato per il tirocinio di Tesi, subito dopo la Laurea.LAUREA IN INGEGNERIA DEL VEICOLO – MODENA – STUDIO E PROGETTO PER MODIFICA ESTETICA E STRUTTURALE DI VEICOLO ATTUALMENTE IN COMMERCIO (leggi)
Anche la il tirocinio di Marco Franchini, prevedeva lo studio sulla base di un veicolo reale, partenso sempre da un reverse engineering, per poi passare alal creazione del modello matematico del veicolo speciale modificato. In questo caso si trattava di creare una speciale versione “Limousine” sulla base dell’imponente 4×4 Hummer H2. Ed anche questa volta, oltre al modello matematico virtuale in 3D, è stato poi fresato un modello in scala, presentato al momento della discussione della tesi all’Università.
Alcuni anni dopo, Franchini assunse incarichi di un certo rilievo e responsabilità in Maserati, per poi passare in Lamborghini, dove opera tutt’ora all’interno del processo di sviluppo prodotto e design.
Intanto, nel 2007, grazie all’interessamento della Maserati (ed in particolare dell’Ing. Valentini), che da tempo ospitava gli studenti del corso, per un “tour” e seminario in azienda (ogni anno a fine corso – vedi), ricevetti in esclusiva il complessivo dei disegni del layout originale della Maserati MC12, allo scopo di far esercitare gli studenti del corso, su una ipotetica versione stradale omologata della stessa MC12, per mezzo di un rifacimento generale della carrozzeria, che però non stravolgesse la base del progetto (telaio, meccanica e accessori).Nel 2009 il primo tirocinio di tesi che, di fatto si evolveva in un vero progetto di ricerca, patrocinato dalla stessa Maserati.
GUARDA ANCHE:
FABRIZIO FERRARI History – DESIGNER E GIORNALISTA: una vita interamente dedicata alle supercar modenesi.
VIDEO Collection – Prof. Fabrizio Ferrari: Car Designs 2000s
VIDEO Collection – Prof. Fabrizio Ferrari: Designs for Research Projects (2012-15)