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FABRIZIO FERRARI,

designer, giornalista e docente universitario:

una vita spesa nel nome e per la passione delle supercars italiane della “Terra dei Motori”.

STORIE DI VITA VISSUTA, DI LAVORO E PASSIONE, PER UN TERRITORIO UNICO, CHE GLI HA REGALATO

EMOZIONI ED ESPERIENZE IRRIPETIBILI!

FASE DUE:

IL DESIGNER CEDE IL PASSO AL DOCENTE, TUTOR ED INFINE RICERCATORE UNIVERSITARIO.

CAP.6.0 – IL PRIMO PROGETTO “AHD” ACTIVE HIDDEN DOOR, DEDICATO ALLA FERRARI (2012)

 Nel frattempo, per quanto riguarda il mio corso di Disegno di Carrozzeria”, erano intervenuti ancora dei cambiamenti e, soprattutto, si stava delineando un futuro diverso, in quanto l’impegno di tenere il corso, con i relativi esami, più i vari tirocini per le Tesi di Laurea, stava divenendo quasi insostenibile, considerando anche che il numero di studenti del corso stava costantemente aumentando di anno in anno (arrivando tra il 2010 e il 2012 a quasi 200 studenti per corso).

Fu così che nel 2009, mi venne dunque affiancato un giovane professore, il Prof. Francesco Leali, il quale mi avrebbe dovuto gradatemente integrare in alcune funzioni, per arrivare un giorno a sostituirmi del tutto.

Il corso prese così dunque la denominazione di “Disegno di Carrozzeria e Componenti”, dove chiaramente la parte dei “Componenti” era tenuta direttamente dal giovane Prof. Leali.

Inoltre, intervennero ancora altri cambiamenti, in questo caso nell’ambiente industriale cui UNIMORE faceva riferimento. Ed in particolare, in Ferrari era arrivato da poco l’Architetto Flavio Manzoni, il quale stava per implementare il Centro Stile a Maranello, inizialmente solo per il design degli interni e qualche proposta alternativa a Pininfarina ma poi, nel volgere di poco tempo, arrivare a sostituire del tutto lo stesso Pininfarina, storico designer e carrozziere della Ferrari, sin dai primi anni dell’azienda.

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Per quanto mi riguarda, valutai la situazione in modo molto positivo e foriera di opportunità, soprattutto per quanto riguardava la mia attività di TUTOR che, col tempo avrebbe del tutto sostituito quella di semplice docente, titolare della cattedra del Corso di “Disegno di Carrozzeria e Componenti”.

E fu così che, alla prima occasione mi misi in contatto con l’Arch. Manzoni, il quale mi inviò subito uno dei suoi designer di fiducia, Andrea Militello, per organizzare un seminario dedicato ai miei studenti (leggi), direttamente all’interno del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena (2011 e 2012).

Il 2012 fu ancora un anno cruciale, di svolta, in quanto subii un grave incidente personale, che mi tenne lontano dall’Università per alcuni mesi, al punto che non potei nemmeno tenere gli esami di fine corso, quell’anno, e per fortuna che mi sostituì il Prof. Leali.

Questo grave imprevisto non fece che accelerare un iter già comunque avviato: infatti, il 2012 fu anche l’ultimo anno in cui tenni il corso, che dall’anno successivo passò in carico interamente al Prof. Leali.

A quel punto, avrei comunque avuto tempo pieno per la mia attività di TUTOR, sempre svolta per il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena.

Ed ecco dunque che ne approfittai per cercare di approfondire la collaborazione con il Ferrari Design di Maranello, diretto dall’Arch. Manzoni.

Poco prima di subire il grave incidente personale, ebbi modo, in un incontro a Maranello, di farmi consigliare dal designer Andrea Militello, su quale aspetto dello studio e progettazione di nuove carrozzerie, concentrare i miei sforzi ed idee, insieme agli studenti tirocinanti.

Militello mi suggerì di provare a vedere se si potevano trovare soluzioni inedite, per la movimentazione delle varie parti mobili, della carrozzeria: porte, cofani, tettucci removibili, ecc.

E fu così che, in pochi giorni, ebbi l’illuminazione: disegnando su un block notes una carrozzeria di una sportivissima a motore centrale, due posti secchi, dove immaginai, così di getto e d’intuito, non solo le porte che scorrevano all’interno della fiancata/presa d’aria laterale, di fatto “scomparendo” all’interno della carrozzeria stessa (da qui l’Hidden di AHD). Ma, nello stesso schizzo, immaginai anche il tettuccio che scorreva sopra la copertura trasparente del motore, creando così la configurazione “Targa”. Contemporaneamente, una specie di roll bar che si abbassava, insieme a tutto il cofano posteriore (cui era appoggiato anche il tettuccio), per creare così di fatto, anche una spider completamente aperta; tutto sulla stessa ipotetica auto! In un unico schizzo, una serie di idee che, mi avrebbero poi impegnato a lungo, per diversi anni, insieme ai vari studenti tirocinanti, per svilupparle in diversi progetti e modelli virtuali e fisici.

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In quel 2012, accettai comunque la richiesta di un altro tirocinante, Davide Olivieri, che poi avrei dovuto seguire purtroppo a distanza, dal mio luogo di degenza e recupero, al quale proposi non solo di sviluppare subito uno dei concetti, quello della porta scorrevole a scomparsa, che poi denominammo “AHD” (Active Hidden Door). Ma soprattutto di provare ad applicarlo al telaio e layout che avevo immaginato sin dall’inizio come ideale per questo tipo di applicazione, cioè quello della Ferrari 458, di cui avevo già tempo prima acquisito i dati dal laboratorio “Mille Chili Lab”, a suo tempo istituito dalla stessa Ferrari all’interno del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena.

Era infatti già dal 2011 che anche gli studenti del corso di “Disegno di Carrozzeria e Componenti”, si impegnavano in progetti, non più sulla base della Maserati MC12, ma della Ferrari 458, appunto.

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Fu quindi naturale dedicare questo nuovo studio di carrozzeria con l’implementazione sul telaio della Ferrari 458, alla stessa Ferrari, creando così un modello matematico, con relative movimentazioni virtuali, di una nuova carozzeria, per una ipotetica nuova Ferrari 458 che proponeva, appunto, la porta a scomparsa (Active Hidden Door). In questo caso, a causa della mia forzata “assenza fisica” (in un certo senso anticipai quello che oggi viene comunemente definito “smart work”) lo stage, pur sempre con la collaborazione della Modelleria Modenese, non diede infine origine al modello fisico in scala, ma la tesi fu comunque accolta con grande stupore e curiosità da tutti! Al punto che lo stesso mensile italiano QUATTRORUOTE, pubblicò un breve articolo, valuntandola una novità concettuale notevole!

GUARDA ANCHE:

INGEGNERIA DEL VEICOLO – DISEGNO DI CARROZZERIA – Iniziato un nuovo stage dedicato alla Ferrari

VIDEO DESIGN – UNIMORE Automotive Research Projects

VIDEO DESIGN – Automotive research project (AHD)

VIDEO DESIGN – Automotive research project “AHD”