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FABRIZIO FERRARI,

designer, giornalista e docente universitario:

una vita spesa nel nome e per la passione delle supercars italiane della “Terra dei Motori”.

STORIE DI VITA VISSUTA, DI LAVORO E PASSIONE, PER UN TERRITORIO UNICO, CHE GLI HA REGALATO

EMOZIONI ED ESPERIENZE IRRIPETIBILI!

FASE DUE:

IL DESIGNER CEDE IL PASSO AL DOCENTE, TUTOR ED INFINE RICERCATORE UNIVERSITARIO.

CAP.7.4 – IL PROGETTO MASERATI “HARMATTAN” CON L’AHR –ACTIVE HIDDEN ROOF (2015-16)

Ma l’anno successivo, con l’ufficializzazione dell’accordo quadro Maserati-Unimore (leggi), accettando una nuova richiesta da un nuovo tirocinante, Alessandro Chianchiano, decisi di riprendere e sviluppare il concetto dell’”AHR”, ovviamente sulla stessa tipologia di vettura, ma questa volta dedicando l’intero progetto alla Maserati, in pratica, “immaginando”, di fatto quella che poi è stata la MC20! (Leggi la storia del design)

Chiaramente lo scopo principale era sempre quello di studiare e sviluppare ulteriormente l’AHR (Active Hidden Roof), in questo caso ripensato quasi in toto. Infatti, a differenza di tutti gli altri meccanismi pensati e sviluppati per il tetto retrattile automatico, questo è l’unico che non prevede la discesa del tettuccio in verticale nello spazio tra i sedili ed il parafiamma. Trattandosi in questo caso di una Maserati, non si voleva in alcun modo penalizzare lo spazio interno all’abitacolo, ed è per questo motivo che il tettuccio, come ipotizzato nel mio primo schizzetto su block notes del 2012, scorre orizzontalmente entro una fenditura al di sotto della copertura trasparente del vano motore (configurazione “Targa”) ed in seguito la stessa copertura si abbassa, insieme al tettucco stesso, sino all’altezza del piano del vano superiore del vano motore (linea di contura), creando così una configurazione “spider”, dove il roll-bar, costituito dalle due pinne laterali ai lati della copertura trasparente del motore, queste restano fisse, garantendo così anche una maggior sicurezza in caso di ribaltamento.

Questo solo perchè si elimina così l’incertezza di un possibile malfunzionamento del roll-bar mobile della prima versione che, chiaramente, in caso di ribaltamento dell’auto, è previsto si rialzi automaticamente.

Anche in questo caso, lo studio fu completato a livello virtuale (leggi), con relativo modello matematico 3D, rendering, animazioni del meccanismo del tetto retrattile (AHR), ma alla fine si decise di non fare comunque troppa pubblicità al progetto, (soprattutto al momento della presentazione della tesi di Laurea – leggi) con la costruzione del modello fisico, anche per non disturbare i piani della Maserati, il cui progetto era ancora all’inizio e segretissimo, ma soprattutto con una delibera finale per la produzione, ancora più che incerta.

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