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La Daytona è l’ultima 12 cilindri classica di Maranello, prima della rivoluzione del motore posteriore centrale.

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Estrema evoluzione della stirpe delle classiche berlinette sportive a due posti secchi con motore 12 cilindri anteriore, la 365 GTB4 Daytona, deriva in parte dalla 275 GTB (1964), a sua volta evoluzione della famosa serie delle 250 SWB (1959), e prima ancora delle 250 “Tour de France (1956).

A caratterizzare la 365 GTB4 Daytona, non è solo l’ulteriore aumento di cilindrata del 12 cilindri – ricordiamo che la sigla 365 indica il valore della cubatura unitaria di ogni singolo cilindro (nei modelli precedenti 275 e prima ancora 250) – ma soprattutto il design, dovuto all’Ing. Leonardo Fioravanti per la firma di Pininfarina.

Pur conservando il classico layout con il grosso motore anteriore, i volumi vengono estremizzati ed il trattamento delle superfici diviene più sfaccettato e squadrato, se raffrontato alla 12 cilindri a motore anteriore della Casa del Cavallino Rampante che l’avevano preceduta.

La parte più caratterizzante è senz’altro il muso, dove spicca soprattutto la fascia unica, con i doppi fari ai lati sotto carenetura trasparente. Il parabrezza è piuttosto inclinato e bombato, mentre il posteriore, abbastanza squadrato è piuttosto alto e sfuggente (per l’epoca), per favorire l’aerodinamica.

Nel complesso i volumi sono piuttosto moderni ed a dimostrazione di questo, possiamo vedere come, molti anni dopo, con il ritorno di un’architettura con motore 12 cilindri anterioire, anche se in questo caso si tratta di una 2+2, questi stessi volumi e trattamento delle superfici, sono stati in parti ripresi dalla stessa Pininfarina per la 456 GT (1992).

Ma in quei ruggenti anni 60, in particolar modo la seconda parte, anche tra le supersportive a due posti secchi si stava ormai imponendo la soluzione, derivata dal mondo racing, del motore posteriore centrale. Non a caso, dopo alcuni “esperimenti”, come la meteora ATS 2500 GT (1963) e la stessa Ferrari con pochissimi esemplari della 250 LM (1963), praticamente la berlinetta sport competizione in versione stradale, il mondo era stato sorpreso dall’arrivo della Lamborghini Miura (1966), con cui Ferruccio Lamborghini aveva iniziato veramente la storia di successo della Casa del Toro, ma anche tanti altri si stavano ormai adeguando al nuovo corso, come ad esempio, per restare sempre nella nostra amata Motor Valley, anche Alejandro De Tomaso con la De Tomaso Mangusta (1966) ed in seguito pure la Maserati con la Maserati Bora (1971).

Ecco dunque che, pure se Enzo Ferrari restava convinto della bontà del motore anteriore, per quanto riguarda le GT stradali, in quanto garantiva maggior confort di bordo e maggiore spazio per i bagagli, con un adeguato bagagliaio posteriore, la Daytona non poteva che essere l’ultima espressione di una concezione tecnica che a quei tempi – senza controlli elettronici ed altre sofisticazioni moderne – risultava ormai superata.

Non ma caso, la stessa Ferrari, che già comunque produceva i modelli Dino 206 (1967), nella classe inferiore con i motori sei cilindri, solo 3 anni dopo si adeguò a sua volta presentando la 365 GT4 BB (1971), la prima GT stradale “di serie”, con il 12 cilindri montato in posizione posteriore centrale, cui seguirono molte evoluzioni, sino alla Testarossa (1984), a sua volta evoluta in diversei modelli. Tutto ciò per oltre 25 anni, sino al ritorno della tradiizonale architettuta, tanto a cara ad Enzo Ferrari, con il motore 12 cilindri anteriore, con la 550 Maranello (1996), ma questa è un’altra storia.

PER SAPERNE DI PIU’ (leggi):

FERRARI 365 GTB4 DAYTONA (ferrari.com)

VEDI ANCHE:

VIDEO Collection – Ferrari V12 “classic”: 275 GTB, Daytona, 550 Maranello

VIDEO Collection – Ferrari Daytona SP3 (2021)

Ferrari 12Cilindri: for the few

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