Ultima erede della infinita famiglia che fa capo alla “Biturbo”, la Ghibli riprende per la seconda volta il nome di un vento che in Maserati aveva già avuto molta fortuna con la granturismo disegnata da Giugiaro nel 1966 (vedi). Un nome che è stato poi ancora ripreso nel 2013 (vedi), per una quattroporte più compatta e sportiva, affiancata in gamma alla ben più imponente Quattroporte VI della stessa epoca.
La Ghibli degli anni 90 discende direttamente dalla Racing ed è caratterizzata, oltre che dagli ormai classici motori V6 Biturbo di 2 litri, la cui versione più potente sviluppa ben 306 CV, anche da un deciso restyling della carrozzeria, ispirato a quello della Shamal (vedi) e sempre dovuto al designer Marcello Gandini.
La Ghibli, nelle versioni Open Cup e Cup, diede poi origine anche ad un omonimo trofeo monomarca, chiudendo poi la sua carriera con la speciale versione in tiratura limitata “Primatist”: lo stesso nome dell’imbarcazione motorizzata Maserati di Bruno Abbate, un idroplano che fece un record di velocità sull’acqua, cui era ovviamente dedicata.
Ecco dunque che la Ghibli è stata il “canto del cigno della serie Biturno, sostituita alla fine del 1997, dalla 3200 GT (vedi), che segna l’inizio di una nuova era.
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