Maranello, 3 luglio 2024 – Entrare nell’abitacolo della Ferrari 499P e guidare la Hypercar durante le gare del FIA WEC rappresenta un impegno totalizzante sul piano fisico e psicologico. Per farsi trovare pronti ai turni di guida i piloti seguono un programma d’allenamento dedicato – in palestra e non solo – sia a livello individuale sia collettivo, in occasione dei Training Camp che coinvolgono tutti i piloti della Casa di Maranello. “Per dare il massimo in gara la preparazione interessa tre aree principali: il fisico, la mente, e la nutrizione” dice Antonio Giovinazzi, pilota della 499P numero 51. “Amo il ciclismo perché è una disciplina che, oltre a divertirmi, mi permette di simulare situazioni simili a quelle che provo quando guido” aggiunge Nicklas Nielsen, vincitore con Antonio Fuoco e Miguel Molina della 24 Ore di Le Mans 2024.
Non solo motori. Prima dell’inizio di una stagione ogni pilota pianifica un percorso di allenamento in grado di adattarsi alle esigenze del singolo e che possa essere monitorato dallo staff medico Ferrari. In questo contesto il lavoro svolto in palestra è cruciale in quanto permette di massimizzare il tempo a disposizione e i risultati da raggiungere.
“La preparazione fisica è fondamentale – analizza Giovinazzi –. Oltre al lavoro che facciamo singolarmente, credo che i due Training Camp ai quali partecipiamo con tutti i nostri compagni siano molto preziosi. Da un lato perché possiamo divertirci sperimentando discipline diverse, dal canottaggio al nuoto, dal padel al ciclismo; dall’altro perché, lontani dal contesto delle gare, abbiamo modo di divertirci, di conoscerci meglio e di respirare una bella atmosfera rilassata”.
Nel gruppo dei piloti ufficiali della Casa di Maranello impegnati con le Hypercar – Fuoco, Molina, Nielsen, Pier Guidi, Calado, Giovinazzi, Ye e Schwartzman – uno sport gode dei favori di molti: il ciclismo. “Mi piace moltissimo pedalare” dice il danese classe 1997. “Non appena posso salgo in sella per un paio d’ore di allenamento che diventano quattro-cinque ore quando ho più tempo. I chilometri? Il mio obiettivo non è tanto percorrere un certo numero di chilometri, quanto dare il massimo”. Secondo Nielsen il ciclismo, inoltre, ha un valore aggiunto: “Come piloti dobbiamo essere pronti a rimanere dentro l’abitacolo della nostra vettura anche tre o quattro ore, se è necessario – analizza –. Il ciclismo è una disciplina ideale per allenarci perché, più della corsa per esempio, ci permette di controllare i battiti cardiaci in una situazione più simile a quella che viviamo in auto”.
Mente e sonno. L’impegno fisico e mentale, lo stress e la fatica toccano il proprio apice in una gara come la 24 Ore di Le Mans. “Essere concentrati e rimanere calmi nell’arco di tutta la settimana, anche quanto gli imprevisti ti sottopongono a un forte stress, è importantissimo – spiega Giovinazzi –. Per questo motivo nelle settimane precedenti la 24 Ore mi concentro su me stesso con esercizi mirati”. “Non ho segreti particolari per prepararmi a Le Mans – prosegue Nielsen –, ovvero non pianifico dei cicli di sonno forzati che possano essere simili alle turnazioni di Le Mans. Non lo faccio perché durante la gara tante cose possono variare in quanto le variabili sono tante. Come pilota ti devi adattare a queste situazioni e puoi farlo solo trovando un tuo equilibrio personale, arrivando al weekend di gara rilassato per trovare le energie e la brillantezza per essere sempre pronto a salire nell’abitacolo e dare il massimo”.
Riflessi. Le immagini dei piloti pronti a indossare il casco e iniziare il proprio turno di guida sono note a tutti gli appassionati di motorsport: minuti preziosi dove ogni dettaglio è essenziale per rilassare i muscoli e la mente. “Mi riscaldo con alcuni esercizi fisici e dello stretching muscolare” dice Giovinazzi, mentre Nielsen aggiunge: “Il classico test di reattività è un altro esercizio utilissimo: non appena si accendono le luci devi toccare con la mano i segnali luminosi. L’obiettivo è ridurre al minimo il tempo di reazione, lo stesso che hai in pista quando guidi la tua Hypercar”.